Dal 9 all’11 maggio 2025 un gruppo di studenti e studentesse del nostro Istituto, assieme ad allievi di altre scuole del territorio, ha partecipato al Viaggio della Memoria, organizzato dall’ANED di Udine. Il giorno della partenza avevamo la consapevolezza che questa esperienza ci avrebbe colpiti, ma questo non è bastato a prepararci a quello che abbiamo visto.

Nel pomeriggio del primo giorno abbiamo visitato il campo di concentramento di Ebensee, un luogo di ricordo apparentemente piccolo, ma che nasconde sotto case oggi abitate e fili d’erba uno spazio sul quale 80 anni fa l’uomo ha dimostrato una cattiveria inimmaginabile e ancora
incomprensibile.

Nel secondo giorno, invece, abbiamo svolto la visita al castello di Hartheim, un campo di sterminio dell’Aktion T4, il programma di «eutanasia» nazista che prevedeva l’eliminazione delle persone
affette da disabilità fisiche o mentali, e al campo di concentramento di Mauthausen.

Questa è stata un’immersione potente e sconvolgente in una realtà che, per quanto studiata sui libri, assume una dimensione totalmente diversa quando si calpestano quei luoghi. Trovarsi fisicamente dove l’orrore si è manifestato con sistematica brutalità, vedere le tracce tangibili della
sofferenza, percorrere i sentieri calcati da migliaia di prigionieri innocenti, rende la storia non più un racconto lontano, ma una presenza quasi palpabile. In quei momenti, abbiamo realizzato con una forza inaudita quanto fosse stata radicale e disumana la negazione di ogni principio etico e
giuridico, un annientamento totale dell’individuo e dei suoi diritti fondamentali.

Durante la visita al campo di Mauthausen, un senso di oppressione e tristezza profonda ci ha accompagnati passo dopo passo. Ogni angolo, dalla famigerata “scala della morte”, ai blocchi delle baracche, fino al crematorio, suscitava un turbinio di emozioni: sconcerto di fronte a tanta crudeltà pianificata, rabbia per le vite spezzate, un senso di vertigine morale. Non si trattava solo di empatia per le vittime, ma di un’angosciante consapevolezza di quanto l’umanità possa precipitare nell’abisso.
Nei luoghi che abbiamo visitato, ciò che ci ha colpiti è la metodicità con cui venivano strappati ai prigionieri non solo la libertà, ma tutti quei diritti che oggi consideriamo inalienabili.

Siamo grati, infine, di aver potuto assistere alla cerimonia per l’ottantesimo anniversario della liberazione di Mauthausen, durante il nostro ultimo giorno di visita. Questa esperienza ci ha permesso di osservare con occhi diversi tutto ciò che avevamo vissuto nei giorni precedenti. Il ricordo è ancora vivo, e le trentamila persone presenti quel giorno ne sono la dimostrazione: persone che hanno il desiderio di non dimenticare e che hanno l’obiettivo di trasmettere ciò che hanno osservato a chi non ha la possibilità o la volontà di visitare questi luoghi, così che la storia non si ripeta, così che il dolore vissuto in passato non si ripresenti in futuro.


Nicole Di Lenardo
Lucrezia Beatrice Vespasiano