È trascorso un mese da quando è giunta all’improvviso la tragica notizia della prematura scomparsa del professor Gregorio Leschiutta, che per tanti anni ha prestato il suo servizio di docente di Scienze naturali presso il nostro Istituto, fino al termine dell’anno scolastico 2017/2018, quando ha avuto inizio la quiescenza.

La notizia ha generato dolore, sconcerto e incredulità in chi, docenti, ma anche allievi e personale amministrativo, ha condiviso con lui tanti anni di impegno scolastico ed educativo, avendo modo di apprezzarne sia la preparazione culturale che l’attitudine a stabilire rapporti cordiali e di collaborazione.

Il ricordo di Gregorio Leschiutta in molti di noi è associato, oltre che alle relazioni amicali che si sono stabilite nel tempo, anche alla passione che ha animato il collega per le Scienze e per le risorse naturali dell’ambiente carnico. Tale passione ha portato Gregorio Leschiutta a promuovere, a partire dagli anni ’90, presso l’allora Istituto “G. Marchi” di via Battisti, uscite didattiche sul territorio finalizzate all’allestimento di mostre erboristico-micologiche. L’impegno è poi proseguito, coinvolgendo colleghi e studenti, anche negli anni successivi presso l’Isis Paschini-Linussio.

Il prof. Leschiutta si è segnalato anche per la sensibilità per le problematiche sociali e per le iniziative solidaristiche. Infatti, nei suoi anni di servizio presso la Scuola media superiore ha curato la diffusione di materiali informativi e la sottoscrizione di appelli umanitari promossi da Amnesty International e ha svolto funzioni di referente scolastico per la promozione del dono del sangue, attività quest’ultima che lo ha visto protagonista sia delle iniziative informative che dell’accompagnamento dei giovani studenti al primo dono.

La formazione scolastica del prof. Leschiutta era iniziata, come avveniva spesso per giovani provenienti da aree periferiche e da famiglie non agiate, con studi seminariali seguiti poi dal diploma conseguito presso il Liceo classico “J. Stellini” di Udine. Gli studi universitari erano stati condotti presso l’Ateneo triestino con il conseguimento della Laurea in Scienze biologiche, Indirizzo biochimico, nell’anno 1978. L’impegno di docenza in Scienze naturali nella Scuola media superiore, iniziato a partire dai primi anni ’80 era poi durato ininterrottamente fino al 2018.

L’agognato raggiungimento dell’età pensionabile non si era tradotto in un abbandono degli interessi e delle passioni che avevano contrassegnato la sua carriera di docente. Purtroppo una sorte avversa, che ha spezzato prematuramente i suoi affetti più cari, ha anche privato la sua Comunità di una persona che amava il territorio e che prestava la sua competenza per valorizzarlo.

Andrea Leonarduzzi


L’affezionata memoria di alcuni fra i suoi allievi

Alcuni, fra i tanti suoi affezionati ex allievi, hanno voluto onorarne la figura, raccogliendo ricordi e pensieri, fra i quali scegliamo alcune frasi.

«Amore per la tua terra, amore per la tua scuola, amore per i tuoi ragazzi: tutto ciò porta il tuo nome e ti contraddistingue – annota Sharon –. Fantastico ascoltare le tue parole, indelebili nei miei ricordi».

«Qualsiasi argomento e domanda gli si sottoponeva – ricorda Paoletta –, lui aveva una risposta e qualche aneddoto da raccontare in proposito. Gli argomenti spaziavano dalle Scienze alla Storia, alla Politica, alle curiosità di ogni giorno. Mi ha insegnato a pensare con la mia testa ad avere opinioni e a farle valere e, per questo, gliene sarò sempre grata».

Per Anna, «il professor Leschiutta non era un semplice docente». «Lo definirei una guida – scrive –. Mi ha insegnato come la curiosità sia il motore di ogni esperienza, che ognuno di noi nasce con una una passione che bisogna coltivare ma soprattutto che sorridere è la chiave per superare i momenti più difficili».

«Lui non insegnava delle semplici nozioni e basta, lui ci metteva il cuore nella professione che svolgeva – sottolinea Irene –. Ci metteva il cuore perché amava ciò che insegnava ed aveva compreso che senza la passione non sarebbe riuscito a giungere nell’anima di noi adolescenti ribelli, sempre pronti a trovare una buona scusa per perdere tempo e per studiare poca Chimica. Voleva insegnarci il più possibile e non semplicemente quel che avremmo trovato in qualsiasi libro scientifico; voleva insegnarci a vivere in armonia con gli altri, rispettando soprattutto noi stessi e la natura, la nostra vera casa. Ci voleva svegli, caparbi e curiosi. Curiosi di comprendere il mondo sotto ogni suo aspetto».

«Una delle prime cose che vorrei ricordare – scrive Asia – è sicuramente la passione che aveva per il suo lavoro, per l’insegnamento, passione per le Scienze e per la continua ricerca e scoperta di cose nuove, passione per la curiosità e nello stare con noi studenti; era qualcosa di impossibile da descrivere, completamente piena di sentimento, di vita. Traspariva talmente tanto che gli occhi gli brillavano, il sorriso gli si stampava in volto e questo lo potevi cogliere in un qualsiasi momento di spiegazione o di una semplice chiacchierata».

«Ciò che voglio ricordare del professor Leschiutta – sottolinea Sara – è che egli non era un professore “comune”, infatti sapeva essere allo stesso tempo genitore ma anche una persona con la quale si potevano intraprendere i più disparati discorsi.

Ricordo le varie battute che spesso in classe venivano fatte durante le lezioni o i suoi modi scherzosi di richiamarci quando non prestavamo abbastanza attenzione, ma soprattutto ricordo la dedizione e la passione con la quale durante l’uscita organizzata ogni anno per la raccolta delle erbe spiegava i loro benefici e il sorriso che aveva stampato sul viso quando le persone ascoltavano attentamente ciò che aveva da dire. Uno dei suoi motti era una frase di Albert Einstein che recita: “Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso”».