La nostra esperienza in Malga Confin: come conciliare lavoro e passione, un suggerimento per il nostro futuro

Con un dislivello di 1000 metri da Venzone, sulle praterie ricoperte dal caratteristico Pino mugo, superando in altezza i cangianti boschi di faggi dai colori autunnali, si staglia Malga Confin tra le vette delle Prealpi Giulie, che stratificandosi hanno creato un effetto magnifico agli occhi di chi guarda.

Proprio nel mese di ottobre in questo tipico ambiente d’alta quota è stata allestita una base di cattura e inanellamento di uccelli: un genere di progetto che ha la funzione di compiere numerosi studi su dispersione, migrazione, comportamento e struttura sociale, tassi di sopravvivenza, successo riproduttivo e longevità dell’avifauna. I volatili vengono catturati tramite un sistema di reti sottilissime dislocate attorno alla malga: le reti sono note come prodine, molto alte, costituite da una maglia ridotta e fatte da un materiale molto leggero, così da non recare danno agli animali e renderle difficili da individuare.

Gli uccellatori compiono controlli periodici e, individuato un volatile, lo liberano dalla rete, lo ripongono in un sacchetto in cotone traspirante e procedono con misurazione e inanellamento. Per quest’ultima pratica è necessario frequentare un corso specifico e conseguire una certificazione, in quanto è necessario poter garantire al volatile il trattamento più delicato ed efficace possibile. Può capitare però che degli uccelli feriti si imbattano nelle reti e in quel caso vengono curati e messi nuovamente in libertà. Se invece il volatile è sano viene impugnato con tecniche collaudate: gli uccellatori si apprestano a misurare il tipo di piumaggio, il sesso, il peso e la quantità di grasso e muscoli. Infine prima della liberazione l’esperto stringe alla zampa del volatile un sottilissimo anello, unico, che permetterà alle stazioni di tutto il mondo di poterlo monitorare, riconoscere e tracciare.

È stata una giornata originale e istruttiva, nella quale abbiamo avuto la possibilità di comprendere cosa significa essere un inanellatore e ognuno di noi ha potuto sperimentarlo in modo pratico: le guide ci hanno fatto interagire nel recupero degli uccelli, facendoci appuntare i dettagli sulla rete e segnando il versante d’arrivo (informazione molto importante per poter tracciare le migrazioni).

Li abbiamo poi riposti nei sacchetti e riportati alla base dove abbiamo trascritto classificazione e caratteristiche di ogni animale; infine è spettato a noi liberarli: è stato divertentissimo e le persone che abbiamo incontrato ci hanno trasmesso la loro grande passione! Nonostante viviamo in una zona di montagna non tutti abbiamo spesso l’occasione di recarci in luoghi simili immersi nella natura: per molti di noi è stata una grande sorpresa! Si avvicina sempre di più il momento in cui dovremo scegliere che strada intraprendere, ed esperienze come queste, nelle quali alcuni esperti appassionati del loro lavoro forniscono le loro testimonianze, ci aiutano ad orientarci e a scoprire le nostre passioni. È stato affascinante avere la possibilità di confrontarci con persone entusiaste che ci hanno insegnato come si può trasformare l’amore per la natura e per il nostro territorio nel proprio mestiere, lavorando in un parco e occupandosi di ricerca scientifica!