MANUEL CHIARUTTINI PRESENTA AGLI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO IL SUO LIBRO “HAI PORTATO FUORI LA PELLACCIA EH?! CANAGLIA!“
Una mattinata diversa quella vissuta dagli studenti e dalle studentesse delle classi 2^A, 4^A, 4^B e 5^B del Liceo Scientifico. Una giornata, quella del 20 aprile, dedicata interamente a nonno Franco che ha raccontato, attraverso la testimonianza del libro “Hai portato fuori la pellaccia eh?! Canaglia!” del nipote Manuel Chiaruttini, la sua esperienza da alpino durante la Seconda guerra mondiale e in particolar modo le battaglie durante la campagna di Russia.
Ad accompagnare lo scrittore Manuel Chiaruttini in questo viaggio di ricordi del nonno, troviamo la prof.ssa Paola Fontanini che in veste di voce narrante ci ha introdotti con rispetto e commozione alla lettura e al commento di alcuni momenti importanti e cruciali di quel diciannovenne destinato sul forte di Osoppo nel 3° Reggimento Artiglieria Alpina, Divisione Julia del gruppo Tagliamento.
Manuel e Paola, iniziano così a parlarci di quel giovanotto di Enemonzo che con gli “scarpez” parte per la Grecia, poi fa ritorno a Gorizia e dopo quattro mesi passati a Piè di Monte parte, ma questa volta la destinazione è la Russia e dovrà combattere contro le truppe sovietiche e l’inverno russo. Ecco che, all’improvviso, noi studenti siamo rapiti da quelle immagini proiettate sullo schermo dell’Aula magna. E’ nonno Franco con indosso il suo cappello da Alpino, che con la saggezza dell’età, ci racconta quello che per anni e anni ha custodito gelosamente nel suo cuore ferito dalle atrocità della guerra.

Tra i tanti aneddoti, trascritti fedelmente nel libro e dai filmati, la battaglia di Nikolajewka, combattuta il 26 gennaio 1943, è quella che maggiormente ha attirato la nostra attenzione, poiché, come viene ricordata da Franco, è la battaglia della disperazione. “Eh…ho lasciato molti amici, lassù. Anche uno ferito dagli aerei che ci mitragliavano usando pallottole esplosive, che non solo ti sfioravano. Se ti muore un amico, ti rimane dentro e prima che vada via passa del tempo. Se muore uno che non conosci dispiace, ma è un’altra cosa. Ricordi che non vanno via. Sbiadiscono, ma ho sognato quelle scene per vent’anni, anche di più. Ogni tanto, la notte.”
La Classe 4^A Liceo Scientifico


